martedì 10 febbraio 2009

Le risposte di MondoNuovo - Cenere e derivati

Ci scrive una nostra lettrice:

Da qualche anno abbiamo avviato un laboratorio permanente sull’autoproduzione di detersivi e volevamo informarvi di un prodotto che usiamo con successo in molte applicazioni domestiche. Si tratta della cenere di legno che peraltro anche le nostre nonne usavano.

Mettiamo a macerare la cenere nell’acqua in rapporto di 1 a 3 per due /tre giorni poi filtriamo con un telo l’acqua e il liquido così ottenuto lo usiamo in lavatrice in aggiunta a crema di Marsiglia, per lavare le superfici in acciaio inox (eccezionale!!), per lavare per terra.
Alcune persone ci hanno detto che usano anche la cenere direttamente prelevata dal caminetto per lavare i piatti…. Su questo abbiamo qualche perplessità che ad oggi non siamo riusciti a fugare circa l’eventuale nocività e possibilità di residui su piatti e pentole.



Una premessa che bisogna fare è che risparmio, pulito e rispetto dell'ambiente sono 3 aspetti difficilmente conciliabili. Perciò bisogna rinunciare o accontentarsi almeno su uno. Il semplice "ritorno all'antico" non è possibile a meno che non si faccia un ritorno in toto, usando lenzuola di canapa e vestiti esclusivamente di cotone non tinto e così via per ceramiche, utensili di cucina ecc... Se si vuole convivere con i materiali moderni, bisogna "trattarli" in modo adeguato; anche perchè se un indumento o un oggetto si deteriorano dopo 3 lavaggi, l'impatto economico e ambientale di doverli comprare nuovi è sicuramente superiore al risparmio in detersivo.
Lo spirito che ci ha guidato nel nostro lavoro è quello di sensibilizzare per gradi le persone al rispetto dell'ambiente e all'uso ponderato dei detersivi, senza esasperazioni e utilizzando prodotti che si possono trovare facilmente nel supermercato o nel negozio biologico più vicino oppure in internet. Naturalmente chi è già sulla via della sperimentazione è un passo avanti rispetto al nostro manuale ed è in grado di informarsi autonomamente e procurarsi le sostanze occorrenti. Noi, invece, abbiamo evitato di suggerire metodi apparentemente "rivoluzionari" come, per esempio, farsi la lisciva dalla cenere, per evitare di scoraggiare chi non ha tempo, non può procurarsi la cenere o non ha dimestichezza con le reazioni chimiche.
Abbiamo deciso che noi volevamo semplificare la vita ai/alle casalinghi/e, non complicarla. Per questo motivo sconsigliamo sperimentazioni che potrebbero danneggiare -alla lunga- sia i tessuti che la lavatrice.

"L'acqua di cenere" descritta dalla nostra lettrice è probabilmente una formulazione meno concentrata della lisciva (http://it.wikipedia.org/wiki/Liscivia) e anche del ranno (http://it.wikipedia.org/wiki/Cenere), ottenuti la prima per cottura di acqua e cenere, il secondo per soluzione in acqua calda (entrambi nel rapporto 1:5). Il tempo di macerazione -due /tre giorni- supplisce alla mancanza di calore.
La composizione potrebbe essere un misto di carbonati di sodio (in commercio come Soda Solvay) e di potassio (http://www.itchiavari.org/chimica/lab/k2co3.html ; http://it.wikipedia.org/wiki/Carbonato_di_potassio) oltre a qualche probabile fosfato. E' da considerare che il carbonato di potassio è irritante e la soluzione è fortemente alcalina, per questo la soluzione va usata con precauzione.

Riporto alcuni brani (confermati dalla mia esperienza degli anni '50 in un paese di montagna del meridione):

http://www.coopfirenze.it/info/art_1481.htm
Si incominciava a versare sulla cenere l'acqua calda, che passandole attraverso ne riceveva l'umore liscio di fosfati e lo cedeva alla biancheria sottostante, nettandola. Era questo il "ranno".

http://digilander.libero.it/nerina1/pag10.htm
"Pensare che c'erano donne che si offrivano per pochi soldi e companatico per questi lavori…i polsi fasciati per evitare la corrosione della lisciva...."
.... Insomma roba grossa e grossolana, che non aveva paura di un detersivo feroce, quale era il ranno. Così aggressivo e senza pietà che faceva sanguinare le mani.

Sicuramente "l'acqua di cenere" ha effetto sgrassante, ma non è garantita l'assenza di nocività sulle persone e sull'ambiente, anche per la presenza di possibili fosfati (bisognerebbe analizzarla).
In alternativa si può usare la Soda Solvay, pura e più facilmente reperibile. Noi la consigliamo per il bagno e la cucina, ma non per il bucato.

(Matè)

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