domenica 30 dicembre 2018

Elogio del Non Stiro


Risultati immagini per elogio del non stiro




Una dieci cento mille ragioni per non stirare.
Ce ne sono infinite da raccontare, forse troppe.
Proviamo a ribaltare la frittata e vediamo se il campo si restringe dall’altra parte della bilancia:
quante buone ragioni ci sono per stirare?
Secondo noi poche, anzi pochissime, vediamo un po’… una? due? 

La prima  in assoluto a parere nostro: stirare ha senso se lo fai a pagamento, e ti permette di portarti a casa lo stipendio o una parte di esso.
La seconda: devi andare a un matrimonio (il tuo!) o a una cerimonia qualsiasi. Devi andare in ufficio e ti serve avere una  camicia impeccabile. Devi attaccare  le toppe adesive sui pantaloni bucati. Devi accorciare un pantalone senza fare l’orlo  incollandolo con il biadesivo.
E poco più. Anzi pochissimo.

TUTTO IL RESTO E’ NOIA E FATICA!!!

Ora, al di là di una personale predisposizione al sacrificio e ai pantaloni con la riga, dobbiamo considerare l’aspetto economico/sociale di questa farraginosa abitudine: stirare CONSUMA! Consuma tempo, consuma l’energia e il fisico di chi stira, consuma energia elettrica con cui viene alimentato il ferro da stiro, consuma acqua distillata se il ferro è a vapore, consuma persino il ferro da stiro e la copertura dell’asse da stiro. 
Potreste obbiettare: “ A voi non deve interessare se consumo cose mie a casa mia!” E invece no, ci opponiamo: consumando corrente elettrica producete CO2, e questa non rimane in casa vostra e l’ossigeno consumato non era mica vostro, eh! Il vostro lenzuolo liscio come una palla da bowling è costato qualcosa anche a noi che ci teniamo il nostro lenzuolo con le righette dello stendipanni.  Dovremo pur far qualcosa per il futuro nostro e dei nostri figli? Cominciamo a fare meno fatica e a produrre meno CO2, se ne siamo capaci.

Dai… coraggio, tutti insieme qualcosa si fa!

Sappiamo benissimo che lo scoglio difficile da affrontate, più che la canottiera non stirata di cui non s’accorge nessuno, è il pensiero di riporre i vestiti nell’armadio piegati e non stirati. E’ un’immagine e una possibilità che la maggior parte delle donne non riesce a sopportare. Gli uomini non sappiamo, forse sarebbero più flessibili nella maggior parte.

Perché questa incapacità? Oggettivamente sappiamo che non capiterà mai che un ospite  qualunque apra il cassetto delle salviette e le veda riposte in ordine e non stirate, e si metta ad urlare dallo spavento. E allora perché dobbiamo continuare a riporre indumenti  perfettamente stirati nell’armadio, con ordine militaresco che ci costa energia che potremmo usare per far di meglio? Chi  è il comandante di questa opzione obbligata: “o stiri, o stiri!” ?
E che specie di scandalo sarebbe mai mostrare un armadio in cui i vestiti sono riposti con ordine, piegati con cura, e non stirati?

Abitudini
Consuetudini
Modelli pensiero radicati nel profondo


Noi ci occuperemo di illustrare alternative e modi possibili per transitare da un modello:

“Stiro tutto se no non dormo”
a
“Stiro il meno possibile e dormo sereno come un angioletto”



Ecco dunque i TRUCCHI FURBI PER STIRARE POCO, anzi meno, di meno ancora!

Dapprima l’esperienza professionale di chi scrive (Elena) -non stiratrice di vocazione:

-          stiro l’indispensabile e il resto lo piego. Per indispensabile intendo: le camicie, le magliette “esterne”, alcuni pantaloni e tute, le tovaglie di cotone che uso quando arrivano ospiti, e pochissimo altro. Stiro i fazzoletti.  Del bambino stiro giusto magliette pantaloni e felpine esterne, quello che si vede. E qualche tenda di quelle che proprio le devi stirare (due volte l’anno). E anche qua… STIRARE è UNA PAROLA GROSSA! Do una passa col ferro senza diventare matta dietro le pieghette impossibili.

-          non stiro: mutande, calzini, canottiere, magliette intime, pigiami, magliette dolcevita e similari e qualunque tipo di maglietta o felpina che possa passare l’esame del non stiro. Jeans non necessariamente, anche no, idem per pantaloni da casa e anche non da casa. Insomma, li guardo e decido, oppure non ho tempo di stirare e indosso. Lenzuola e copripiumoni vari non li stiro affatto, proprio no. Idem coperte, plaid e accessori vari. Non stiro nemmeno gli asciugamani della cucina, proprio no. Ovviamente non stiro i tappetini del bagno e della cucina. Ecc ecc.

I segreti per riuscire a non stirare sono fondamentalmente due, di cui il primo più difficile:

1)      accettare di lasciare andare il modello pensiero che dice che “bisogna assolutamente stirare”. Anche davanti all’evidenza che non se ne accorge nessuno se hai stirato o no: canottiere, magliette intime, cose da casa, asciugamani, ecc ecc. Lenzuola che semplicemente sono identiche a come saranno il giorno dopo che vi hai dormito una volta sola. Quindi tanto vale, e chi se ne importa se non hai il “piacere” di vederle stirate per un paio d’ore.
2)      E’ fondamentale stendere bene i panni, e possibilmente in tempi brevi rispetto a quando la lavatrice ha finito di lavarli, così da evitare che si formino pieghe importanti.

Come stendere i panni:
Sbattere ogni singolo panno prima di stenderlo sui fili. In questo modo si toglie il grosso delle pieghe e si poggia l’indumento  in modo tale che rimanga bene teso e non acquisti ulteriori pieghe.
Nel caso di lenzuola, a seconda dello spazio che si ha per stendere, è importante stenderle bene ripiegandole su se stesse come quando si stira e sbattendo bene anch’esse.

Come raccogliere i panni dallo stendino:
L’ideale è piegarli immediatamente, appena raccolti dallo stendino, così non si rischia di poggiarli da qualche parte uno sull’altro e producendo nuove pieghe. Nel caso si debba optare per questa seconda ipotesi, utilizzare l’asse da stiro ( a qualcosa serve!) per poggiarli bene aperti uno sull’altro.

Questo semplice sistema di “non stiramento” richiede comunque parecchio tempo: pretrattare, lavare, stendere, raccogliere, piegare e riporre nell’armadio.
Non è certo da pensare che ridurre la quantità di panni che NON passano per il ferro da stiro ci eviti il problema di lavare e stirare, perché piegare a mano questi panni bisogna comunque farlo, e vi assicuro che mai una volta una cesta dei panni s’è piegata da sola! Semplificarsi dunque la vita, che rimane ciononostante piena di lavori da fare… mi pare cosa sana e giusta.
Appaiare e piegare i calzini? Ci vuole una vita!
Piegare le mutande?? Non ne parliamo… Sto coraggiosamente sperimentando un’ulteriore rivoluzione e le poggio una sull’altra facendo una pila non piegata, che ripongo nel cassetto. Risparmio un sacco di tempo, mi annoio molto meno, e imparo a declinare il vecchio modello pensiero in un nuovo e fantasioso modello di “ordinamento mutande”. Oh!

E da ultimo…. Ho passato anni a riporre i vestiti estivi o invernali negli armadi, in attesa della stagione successiva, ovviamente tutti ben stirati (quelli che stiro s’intende!). Poi un anno mi son detta… “perché caspita devo stirare questo vestito per poi piegarlo e riporlo tutto schiacciato sotto una pila di altri panni, e poi l’anno prossimo tirarlo fuori e ri-stirarlo perché immettibile? Detto fatto: lavo piego e metto via non stirato, e l’anno prossimo lo stirerò quando lo userò!”

Ma il più furbo è quello di una mia amica che ha il marito carabiniere (giuro che quando me l’ha detto non potevo crederci, lei si che è  GRANDE!):
poiché le magliette bianche della divisa le deve stirare per forza perché si vede lo scollo… lei le piega a mano, stira lo scollo, e olè!! Non ho mai riso così tanto sulle storie del “non stiro!”.

Detti questi consigli, che sono tutto quanto io faccio e tutto quanto mi serve, allego  una serie di consigli generosamente offerti da amici di DePuRiAmo in rete, così che possiate ampliare il panorama di trucchi per gestire fantasiosamente i vostri panni. Lascio anche le ripetizioni di identici consigli, così che possiate rendervi conto da soli di quali sono i passaggi FONDAMENTALI per la stiratura a mano. Tutto il resto è arte, che si può adottare, e anche no!

I consigli di nonnaMatè:

La raccomandazione principale per non dover stirare, è far asciugare i panni il più possibile lisci. Quindi
- prenderli a due estremità e sbatterli con forza
- tirare i vari orli (senza però deformarli!)
- ridare la forma originaria
- stendere i panni ben stesi sul filo o sullo stendino
- possibilmente stenderli all'aria aperta perché la brezza tende ad ammorbidirli
- fare attenzione di mettere le pinze in punti nascosti
- non lasciarli seccare troppo (specialmente in estate)

La seconda raccomandazione è di piegare i panni da riporre appena raccolti dal filo o dallo stendino, per evitare che prendano false pieghe.
Una volta raccolti, si possono sbattere, stiracchiare (se il tessuto lo permette) e poi piegarli. Se sono troppo gonfi si possono impilare mettendoci un peso sopra, per es. dei libri.
Un trucco per avere panni come stirati, da adottare in particolar modo in inverno: raccogliere i panni ancora un po' umidi, piegarli bene e lasciarli finire di asciugare sui termosifoni.

Le lenzuola si possono "sbattere" ma occorro due persone.
Stando lontano per tutta la lunghezza del lenzuolo, ciascuno prende due angoli (testa e piedi) e li fa combaciare, in modo che il lenzuolo risulti piegato in due. A questo punto si prende anche l'altra estremità e stringendo bene i pugni si fa un movimento rotatorio con le braccia dall'interno verso l'esterno, in modo che il lenzuolo si gonfi "a vela" e ricada. Si fa questo per 3-4 volte, poi si piega ulteriormente il lenzuolo 2 volte se singolo, 3 se matrimoniale, fino ad avere il lato corto di circa 30 cm. A questo punto per una ulteriore "stiratura" si può tirare con forza. Dopodiché le due persone si avvicinano e facendo combaciare i due lembi corti piegano il lenzuolo 3-4 volte.
C'è chi preferisce far capitare il risvolto sopra, chi dentro.
Più facile a farsi che a descriversi...

Se proprio non ci si rassegna a vedere biancheria e indumenti un po’ spenti, si può dare una passata di ferro dopo averli piegati, solo sopra.

I consigli di Giulia:

1)      bisogna stendere bene, sbattendo leggermente i capi;
2)      una volta asciutti, non bisogna farne un fagotto ma impilarli delicatamente senza pieghe e procedere subito alla
3)      STIRATURA A MANO: non togliamo nulla al valore di quella che è una vera e propria stiratura, fatta con la precisione delle mani e il loro calore;
4)      cosa si presta alla stiratura a mano: asciugamani, strofinacci di cucina, magliette, maglioncini, jeans, salviette, fazzoletti, mutande e calzini;
5)      per tovaglie ampie, lenzuola, copridivani ecc, ottimo il sistema di essere in due, e che ciascuno, con i propri 2 lembi nelle mani, compia simultaneamente questo movimento:
a) riunire i lembi congiungendo le mani davanti a sè
b) allargare le braccia con una certa energia, dando una "sbattuta" al lenzuolo a partire dai 4 angoli
NB metodo usato negli alberghi!!!
6)      cosa NON si presta alla stiratura a mano: capi di lino, viscosa, seta.

CAMICIE FELPATINE:
1)  lavarle al dritto, abbottonate
2)  appenderle ad un attaccapanni e lasciarle asciugare così
3)  una volta asciutte, le potete appendere direttamente nell'armadio, oppure se le preferite  piegate, procedete con la stiratura a mano e piegatura




Consiglio di Claudia:

Barbatrucco per non stirare i pantaloni (tipo jeans): stenderli pinzando con le mollette il fondo dei pantaloni, meglio se con 4 mollette per gamba per far passare l'aria. Praticamente il peso dei pantaloni stesi all'ingiù li stira magnificamente (veramente è un trucco di mia mamma, che rivendo volentieri).

Consigli di Selene:
Il segreto è stendere i panni accuratamente in modo che facciano meno pieghe possibili e lavare tutto con lavaggio delicato in lavatrice che non stropiccia i capi.


Consigli di Miks:
Il mio barbatrucco si chiama asciugatrice: butto tutto lì dentro e piego bene appena finisce di asciugare...però non devo stracaricarla, sennò i panni si stropicciano irrimediabilmente.

 A cura di Depuriamo


Nessun commento:

Posta un commento